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Norme di comportamento

Qui troverai una serie di utili suggerimenti su "cosa fare" e "cosa non fare" mentre si percorre un sentiero: comportamento in bosco, in alta montagna, su strada.

Come comprtarsi in caso di pioggia o di neve, se lungo il percorso si incontra un esemplare di della fauna selvatica...

Il rispetto dei boschi, della Natura in genere, anche della propria: ascoltare i segnali del proprio corpo è importante, mentre si percorre un sentiero: stanchezza, sete ed altri segnali da non lasciare inascoltati!

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Contenuti

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Prendere decisioni in situazioni critiche: le "trappole euristiche"

L'analisi dei processi decisionali fallaci è molto comune nello scialpinismo e nel soccorso alpino, e porta a ragionare in termini di TRAPPOLE EURISTICHE: è utile estendere alla platea escursionistica l'applicazione di questi concetti. 
 

Conoscere come ragioniamo in situazioni critiche, può aiutarci a fare scelte migliori...

Premesse

Il ricorso alle scienze cognitive (insieme delle discipline che studiano come si formano le nostre decisioni) è molto comune nello scialpinismo e nel soccorso alpino quando si analizzano le cause di incidenti.
Questo piccolo approfondimento esplora in maniera "semplificata" i concetti di euristica e di bias cognitivo applicati all'escursionismo, per trarne un insegnamento.
​Potrebbe sembrare "un volo pindarico" calare sul contesto escursionistico concetti più comuni al mondo alpinistico, eppure così non è: sono cose che è utile sapere anche nella conduzione di una escursione impegnativa.

Definizioni semplificate

L'euristica [dal Greco εὑρίσκω, "scopro" o "trovo"] è risolvere i problemi senza seguire un percorso logico, affidandosi all'intuito e alle circostanze per (tentare di) prevedere o dare risposte su qualcosa di ignoto. Sono quindi stratagemmi mentali per arrivare a conclusioni veloci con il minimo sforzo cognitivo: esattamente quanto cerchiamo di fare in caso di pericolo o in emergenza, laddove il tempo è un fattore-chiave.

Il bias cognitivo è invece quella distorsione delle nostre valutazioni, condizionate da pregiudizi, valutazioni istintive e percezioni sbagliate: può anche essere uno schema di ragionamento non razionale, una via per farsi un'idea di qualcosa che non si conosce, in assenza di informazioni sufficienti. 

Il processo decisionale di un individuo è sempre influenzato dai fattori esterni (tempo disponibile, pressioni, pericoli, giudizio altrui) ed interni (le mappe mentali pre-costituite, l'esperienza e la cultura, i propri valori).  Tutto questo risulta utile (se ben gestito e ponderato) ma può anche causare errori di valutazione.  Nel funzionamento della nostra mente è innata la tendenza a prendere decisioni velocemente con l'aiuto dell'istinto o dell'esperienza: scorciatorie  davanti a "faticose" analisi razionali, i "bias cognitivi" sono quindi la tendenza a inquadrare una realtà "facile" ma soggettiva.
Questi fattori non sono eliminabili (nè sono negativi di per sè): però conoscerli (ed esserne consapevoli) può aiutarci a migliorare le nostre scelte. 
 

Perchè è importante conoscerle?

I soccorritori e gli alpinisti parlano, in gergo tecnico, trappole euristiche: si usa questo termine per rappresentare le situazioni in cui - ad esempio - gli scialpinisti si espongono al pericolo valanghe affidandosi a scelte troppo irrazionali o a conclusioni empiriche, che portano spesso a valutazioni errate o affrettate. Quando un individuo deve prendere una scelta affrettata in contesti di ansia o paure, sceglie la via apparentemente più facile (e non quella più razionale e sicura).  
La mente umana ragiona così: il bias (la distorsione) non è eliminabile, ma si può tenerne conto "a posteriori" per correggerci e diminuire il nostro errore alla prossima occasione. 

Le scelte euristiche: perchè sono "trappole" ?

Euristico, d'altronde, richiama le previsioni "empiriche" centrate su scelte plausibili, in contesti in cui si rinvia "a dopo" ogni verifica rigorosa: insomma le "trappole euristiche" sono quelle che si celano dietro le scelte frettolose e superficiali, come quelle prese in condizioni di scarsa lucidità o con troppa fretta.

In pratica

Persone inesperte, benchè frequentatori abituali (passivi) della montagna, non riusciranno a ponderare le proprie scelte (ad un bivio, in un cambio di programma, in una situazione di pericolo imprevisto) e non sapranno prendere decisioni sensate. Di fronte a problemi complessi o situazioni impreviste, ci rifugiamo nello status quo (in sardo diremmo "su connottu") basandoci su quanto ha già funzionato nel passato o in circostanze simili. 
L'imprevisto ci fa ricorrere a comportamenti già sperimentati in altre circostanze.

Fare scelte, nelle situazioni reali

Dunque il processo decisionale - nelle situazioni reali - ci porta troppo spesso a far ricorso al metodo euristico ossia a decidere affidandoci a scorciatoie "logiche" basate su poche semplici regole o su esperienze precedenti che evitano lo sforzo analitico (e perdite di tempo) per scegliere, rapidamente, tra più opzioni.

Questi meccanismi mentali, in condizioni estreme, possono addirittura metterci in pericolo (o peggiorare le situazioni che vogliamo gestire): con approccio "istintivo" siamo guidati da percezioni e sensazioni selezionate e filtrate dal nostro inconscio tra quelle di cui disponiamo...ma una chiave scelta a caso non sempre apre le porte giuste.

Chi cade così in una "trappola euristica" di norma si appoggia a due capisaldi mentali: 

1) replica un comportamento familiare 
2) applica una soluzione che ha già funzionato in passato

Le  "trappole euristiche" portano a:

  • sottostimare le informazioni acquisite e non capire come adattarle al nuovo caso da gestire
  • dare troppa importanza alle emozioni
  • incapacità di percepire le probabilità di un evento 
  • stress che "annebbia" la mente 
  • fidarsi troppo di "consuetudini" anche in situazioni dove sarebbero inapplicabili
  • cercare irrazionalmente di tornare a situazioni più agevoli (che però, in caso di imprevisti, per definizione non sono disponibili)
  • incapacità di capire e adattarsi alla situazione, ed elaborare nuove strategie.

Il RISCHIO non si può eliminare, ma minimizzare si

Il solo addestramento non è sufficiente senza una buona esperienza: l'escursionista "esperto"  è colui che ha avuto l'occasione di memorizzare una serie di situazioni-tipo che faciliteranno il suo processo decisionale, valorizzando competenze tecniche e nozioni. utilizzate in concreto.
L'esperienza dunque fa la differenza: acquisite abilità, si impara ad usarle anche per modificare comportamenti in funzione del vissuto.
Ma l'assidua frequentazione della montagna non assicura, automaticamente, l'accumulo di esperienza sufficiente.  E senza esperienza si incappa in trappole euristiche

Tipologie di escursionisti: a quale appartenete?

Può essere utile, per concludere, richiamare una classificazione molto usata in ambito alpino:

  • INESPERTI: sanno poco o nulla di tutto ciò che è il bagaglio minimo dell'escursionista esperto - meteorologia, orientamento, cartografia, lettura del terreno, pronto soccorso etc...
  • PRINCIPIANTI: posseggono le nozioni base (quelle assenti negli inesperti) ma non sono ancora in grado di valutare e capire quali informazioni sono importanti e come usarle per "scegliere", il loro "bias cognitivo è ancora alto!
  • COMPETENTI: grazie allo studio e all'esperienza iniziano a sviluppare capacità di analisi e discernimento, ma pur disponendo di dati non sanno fare scelte nè prevedere scenari a breve e lungo termine, quindi non sono ancora pronti per fare "scelte" senza cadere in "trappole euristiche" 
  • ESPERTI: sanno riconoscere i problemi ed usano la propria esperienza per uscire con efficacia dalle situazioni critiche, anche utilizzando intuito e immediatezza. Il loro processo cognitivo è ben guidato attraverso i "bias" e tipicamente riescono a non cadere nelle "trappole euristiche".
  • ESPERTI PERCETTIVI: come sopra, ma hanno la particolare dote di cogliere differenze invisibili ad altri (ad esempio un'indicazione sbagliata, un fuori-traccia) per trovare soluzioni non ovvie...una dote che gli permette di andare oltre qualunque "bias cognitivo"!
  • ESPERTI COGNITIVI: sanno cogliere relazioni invisibili ad altri, hanno il problem-solving che serve, nei momenti in cui è necessario
  • ESPERTI BUONI CONOSCITORI: la capacità di prendere buone decisioni deriva dalla vasta esperienza, frutto di un lungo addestramento sul campo e di grandi nozioni (ad esempio: la capacità di orientarsi in un territorio complesso anche senza una traccia da seguire...)
  • ESPERTI DEDUTTIVI: decisori esperti, capaci soprattutto di fare la cosa giusta anche basandosi su pochissimi dati e in situazioni molto incerte (ad esempio: evitare un guado mentre a monte piove, cambiare percorso se non ci sono le condizioni di sicurezza...)
  • ESPERTI CONSIGLIERI: non sanno o non vogliono essere "la guida" ma supportano fornendo informazioni e consigli al decisore (es: in caso di pioggia, suggeriscono di evitare i passagi su placche granitiche...)
  • ESPERTI ATTIVISTI:  il loro metodo è il "fare", e lo applicano sulla base di un patrimonio di esperienze pregresse.

     

Ciascuno, tenendo presente i concetti di trappola euristica e di bias cognitivo, dovrebbe chiedersi a quale tipologia appartiene davvero, e agire di conseguenza.

Chi non è davvero esperto, scelga accompagnatori esperti prima di affrontare un'escursione impegnativa!

Correxerbus e Settefratelli da Serpeddì

Una collana sul Turismo attivo

La filosofia di questa Collana sul Turismo Attivo non è creare dei manuali tecnici sulle discipline interessate, ma offrire dei testi informativi sulle discipline appartenenti a questo segmento del turismo.

Nelle monografie si forniscono le informazioni di base per comprendere le varie discipline. Dopo aver descritto la teoria e la tecnica di base delle pratiche sportive si descrive l'ambiente naturale in cui si svolgono. 

Le quattro monografie ed i temi trattati

  1. Coasteering 
    https://www.researchgate.net/publication/376758566_COASTEERING_-_Teoria_Tecnica_e_Didattica_TTD_2023_Collana_Turismo_Attivo  
  2. Acqua trekking https://www.researchgate.net/publication/376612284_ACQUA_TREKKING_Teoria_Tecnica_e_Didattica_TTD_Collana_Turismo_Attivo_2023 
  3. Escursionisimo 
    https://www.researchgate.net/publication/378461057_ESCURSIONISMO_-_Teoria_Tecnica_e_Didattica_TTD_2023_Collana_Turismo_Attivo 
  4. Torrentismo 
    https://www.researchgate.net/publication/376681155_TORRENTISMO_-_Teoria_Tecnica_e_Didattica_TTD_Collana_Turismo_Attivo_2023

Vademecum per una frequentazione sostenibile

Quando si entra in ambienti incontaminati è molto facile fare inconsapevolmente dei danni irreversibili. Sono spesso luoghi che raccolgono delle specie animali e vegetali particolarmente sensibili, selezionate nel tempo o che hanno scelto quei luoghi proprio per la tranquillità e il senso di sicurezza. 
Perciò nella parte finale delle monografie viene indicato lo stato dell'arte riguardo le problematiche che possono sorgere e come molte associazioni e studi hanno portato alla realizzazione di vademecum per una frequentazione sostenibile.
 

Questo aspetto, quello della sostenibilità e di una gentile attenzione verso i luoghi che si amano, viene quindi affrontato nella parte finale affinché si possa prendere consapevolezza di come divertirsi ma anche di come fruire con rispetto dei luoghi, mantenendoli tali anche per il futuro.

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Attenzione alla nebbia!

La nebbia costituisce uno dei maggiori problemi per l’escursionista, specialmente in alta montagna quando, su tratti innevati, compare in banchi improvvisi e imprevisti. La nebbia riduce la visibilità: la sua presenza è particolarmente rischiosa lungo i sentieri, perchè fa scomparire dal campo visivo ogni utile riferimento. Con la nebbia ci si può perdere: è necessario prestare molta attenzione, ed evitare di inoltrarsi lontano o dove non si conosce bene il territorio.

La zona nella quale si sviluppa la nebbia è generalmente ben delimitata ("coltre di nebbia" o "banco di nebbia"). A seconda della sua densità, la nebbia può ridurre la visibilità a poche decine di metri, o addirittura a poche decine di centimetri.

Questo fenomeno è piuttosto comune in montagna - in qualsiasi stagione - estate compresa!

Nebbia e nuvole basse, complicano la vita a chi segue un’itinerario e, progressivamente, disorientano anche chi è pratico della zona.

Le conseguenze sono:

  • trovarsi in terreni sconosciuti;
  • perdita del segnale GPS (o assai minore precisione: la densità dell'aria varia notevolmente, e la ricezione peggiora assai, come essere sotto bosco);
  • affrontare difficoltà e tempi di percorrenza imprevisti per il sentiero su cui ci si trova;
  • dispendio di tempo, energie e rischio di bivacco in luoghi inospitali;
  • incontrare ostacoli e percorsi talora insuperabili, con precipizi o pareti. 

CONSIGLI

Prima che arrivi la nebbia, cerca di stabilire la tua posizione con l'uso del GPS, o tramite una carta, con o senza altimetro e bussola.

Cerca di fissare mentalmente la direzione da seguire: spesso è più saggio tornare sui propri passi anzichè inoltrarsi nella nebbia allontanandosi dalla partenza!

Indispensabile comunicare la propria posizione prima di perdere segnale, e lasciare segni del proprio passaggio...

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Come proteggere i bambini dal caldo?

Specialmente nei mesi estivi, cerca di tenere i bambini freschi con soste all’ombra, indumenti leggeri, berretti o cappellini con visiera, e frequenti “spruzzate d’acqua”.

Ricorda che la pericolosità del sole non è esclusivamente legata al caldo estivo: anche nel periodo invernale l'eccessiva esposizione può causare insolazioni.

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Il sole: un nemico per la pelle

Una prolungata ed eccessiva esposizione ai raggi solari può causare un’insolazione. Per questo ti consigliamo di indossare cappellini ed indumenti leggeri ma confortevoli. Fai attenzione a questi sintomi tipici del colpo di sole: malessere generale, nausea, dolore al movimento del collo, mal di testa e vertigini. Che rimedi puoi adottare? Riparati all’ombra, in una zona fresca, applica acqua fredda sul capo e bevine in quantità ma sempre a piccoli sorsi.

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Montagna: meraviglia della Natura

La visita di un bosco è un'esperienza indimenticabile per i bambini...insegnate loro il rispetto e l’amore per la natura; non lasciare rifiuti per terra, non raccogliere fiori o piante, evita di infastidire animali che inontri.

La bellezza dei luoghi dipende anche da come li trattiamo!

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Il bosco è di tutti difendilo e rispettalo!

Quando vuoi fare una passeggiata e stare a contatto con la natura, ammirane la bellezza che ti circonda ma comportati con educazione. Rispetta gli animali del bosco, non abbandonare il tracciato...potresti calpestare orchidee ed altri piccoli arbusti.

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Non sfidare i propri limiti!

Ogni escursione va scelta in base alla preparazione fisica, riconoscendo i propri limiti prima di avventurarsi in percorsi che potrebbero risultare difficoltosi. Considera sempre tempi di percorrenza, dislivello in salita, lunghezza del percorso, tipologia del tracciato e del fondo prima della partenza.

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Acqua a volontà!

Ricorda che in Sardegna è veramente difficile trovare corsi d’acqua lungo i sentieri, specie nella stagione calda. Consigliamo perciò di portare con te almeno 2 litri d’acqua ed altre bevande (non energy drink) come succhi di frutta o the.