Lunghezza complessiva di 5,3 km, percorribili in circa 2 ore.
Attraverso questo percorso molto panoramico è possibile visitare vari siti archeologici di grande interesse.
Il sentiero parte dall'area di Monti 'e nuxi, dove è presente un'area sacra nuragica (e un santuario nuragico), per poi salire verso il monte di Santa Vittoria dove possiamo ammirare il recinto megalitico e panorami stupendi dalla vetta più alta della zona (1.212 mslm).
Il sentiero prosegue in discesa fino ad arrivare al tempio di Domu 'e Urxia.
E' possibile effettuare un percorso ad anello collegandosi al sentiero C 553, mentre una volta giunti a Domu 'e Urxia si può proseguire sul sentiero C 554 verso la località Corti 'e Lucetta.
Complesso archeologico di Santa Vittoria – Monti ‘e Nuxi
Il monte Santa Vittoria di Esterzili, posto ai margini del massiccio del Gennargentu, svetta a 1.212 metri di altitudine sul livello del mare. Dalla sommità, si gode un grande dominio visivo che spazia dall’Ogliastra al Sarrabus-Gerrei e, nelle giornate più limpide, alle pianure del Campidano di Cagliari e di Oristano.
In quest’area, insiste il complesso archeologico di Santa Vittoria – Monti ‘e Nuxi, che comprende una poderosa muraglia realizzata in tecnica megalitica e un villaggio, che si dispone lungo il declivio del monte, in una posizione soleggiata e al riparo dai venti. Attualmente, la continuità del sito non è visibile a causa della fitta vegetazione e di un rimboschimento attuato negli anni ’70 del secolo scorso.
Sull’estremità nord del monte, si trova la muraglia, separata e distinta dal resto dell’insediamento antico. Nei primi anni 2000, è stata oggetto di uno scavo archeologico che ha fornito utili dati per determinare la funzione e la datazione della struttura.
L’occupazione del sito inizia nel Bronzo Recente (XIV sec. a. C), quando viene edificato il poderoso recinto di forma ellittica (42 x 26 metri), munito di due accessi affrontati, lungo l’asse est-ovest. L’ingresso occidentale ha attualmente un andamento a gomito, dovuto a pesanti rimaneggiamenti di età storica. Alla base della muratura, sul lato ovest, è stata individuata una banchina che, presumibilmente, correva lungo tutto il perimetro della muraglia. Lo spazio doveva essere pavimentato da un battuto d’argilla poggiato su un vespaio di pietrame che regolarizzava l’affioramento roccioso naturale.
All’interno del recinto è stata individuata una capanna circolare, del diametro di circa 9 metri, munita in origine di un bancone-sedile, che si confronta con analoghi edifici nuragici di uso politico e cultuale.
I materiali rinvenuti, prevalentemente metallici (due spilloni, un frammento di spada votiva, un bronzo figurato, elementi in piombo) e ceramici (per lo più funzionali all’uso di liquidi), rafforzano l’ipotesi di un utilizzo sacro e rituale dell’edificio che si pone tra il Bronzo recente e finale.
Nel Bronzo Finale, il sito viene gradualmente abbandonato, forse a vantaggio del vicino santuario di Domu 'e Urxia (o Domu de Orgia) che sta iniziando ad acquisire sempre maggiore importanza.
Dopo un lungo periodo di abbandono, l’area conosce una frequentazione sporadica nel periodo romano, documentata dal ritrovamento di elementi di corredo e da un “tesoretto” di monete pertinenti a un periodo compreso tra la prima età imperiale e il IV sec. d. C., in parte rinvenute sul bancone della capanna nuragica unitamente ai resti di un sacchetto che le conteneva.
L’utilizzo del sito in età storica è attestato dal recupero di frammenti ceramici databili tra il XIV e il XV secolo e da un raro picciolo d’argento di Martino I (1396-1410), imperatore che battè moneta a Cagliari tra il 1408 e il 1409.
La trasformazioni maggiori delle strutture nuragiche si ebbero con la realizzazione della chiesetta dedicata a Santa Vittoria, un edificio di pianta rettangolare munito di loggiato che fu edificata smontando parzialmente la capanna nuragica.