L'Alta via del Linas (D 101)
Credits immagine Agenzia regionale FoReSTAS
Il sentiero
Informazioni utili
Descrizione tappe (roadbook)
Si parte accanto al vivaio di Campu ‘e S’Isca, individuando una strada sterrata tra il vivaio stesso e la sorgente poco distante. La strada sale nel bosco, passando accanto ad un’altra bella struttura, un tempo sede della Forestale ed oggi gestita da Forestas. Superata la struttura, tenendola sulla sinistra, si inizia una salita su bosco rado ingombro di rocce granitiche.
Si procede sul sentierino che, dopo un primo tratto incerto, si rivela essere una mulattiera di carbonai parzialmente ostruita dalla vegetazione. La traccia sale decisamente, con belle viste sulla vallata sottostante e sulle cime rocciose che la sovrastano, traversando il Canali Acqua Piccinna e riprendendo a salire ripidamente con alcuni tornantini. Superati i tornanti, sulla destra si trova uno spiazzo roccioso dove è possibile osservare alcune anelle metalliche utilizzate in tempi passati per il trasporto del legname.
Attenzione! Tratto per Escursionisti Esperti (EE).
Si riprende rimanendo sulla sinistra, reperendo ancora il sentiero che traversa in salita prima sotto lecceta, poi sotto un rimboschimento di pini ed infine, dopo aver lasciato alle spalle una sorgente (acqua non reperibile, che si perde), sotto un bel castagneto. La pendenza è notevole e la traccia va a confondersi, dilavata dalle alluvioni. Si tiene sulla sinistra sempre il greto del Canale sopra menzionato, proseguendo a salire ripidamente con piccoli tornanti sotto gli alberi ed uscendo dalla vegetazione poco sotto Punta Sanoi.
Attenzione! Tratto per Escursionisti Esperti (EE).
Si traversa a sinistra, mirando alla cresta soprastante che si raggiunge in salita. La vista è magnifica e da questo momento sarà una costante in tutto l’itinerario: in senso orario, partendo da sud, si riconoscono la vallata del Cixerri, le cime di Monte Arcosu, M.te Lattias e Is Caravius, le alture di Marganai e del Fluminese, l’Arburese, la piana del Campidano e i Sette fratelli con i monti del Sarrabus. Si prende a sinistra lungo la cresta, in questo punto larga e ben percorribile attraverso la vegetazione a gariga, mentre sulla destra si scorge ora l’invaso del Rio Leni e la zona di Biddascema. Appena la cresta si restringe ci si tiene leggermente a sinistra, evitando le zone più rocciose e giungendo al valico di Genna Sambucu.
Attenzione! Tratto per Escursionisti Esperti (EE).
Qui giungono altri sentieri (attualmente in fase di segnaletica e manutenzione). Si risale verso la cima di Magusu, tenendosi però poco a sinistra della linea di cresta ed individuando un percorso seguito dai mufloni che porta rapidamente a scollinare poco più a nord. Poco sotto la punta di Genna Mudegu, ora evidente sulla sinistra, si prende a destra: vi sono due ripidi canali che scendono in direzione di Genna s’Ega Manna e si sceglie quello di sinistra, che si discende con molta attenzione su terreno ripido e pericoloso.
Attenzione! Tratto per Escursionisti Esperti (EE).
Terminata la ripida discesa si tiene nuovamente la cresta, ormai sul valico di Genna s’Ega Manna, riprendendo a salire gradualmente sotto la vegetazione ed uscendo poi in campo aperto per raggiungere Cuccuru Magusu. Sulla destra, la vista è splendida in direzione delle cime di Santu Miali. Senza un sentiero preciso si segue però il filo di cresta, sempre piuttosto evidente, raggiungendo Punta Maguseddu e continuando sempre sulla linea di cresta in ambiente sempre grandioso per un lungo tratto.
Si raggiunge Punta Acqua Zinnigas mentre, sulla destra, appare ormai incombente la molte di Punta Camedda. Per la prima volta si nota il tratto finale dell’itinerario, composto dalle cime più alte del Linas. Si discende verso il valico di Genna Eidadi, raggiunto anche da altri sentieri e dove è presente una piccola costruzione, proseguendo sempre in direzione nord tenendo sulla destra la cima di P.ta Camedda che non è raggiunta da questo itinerario e traversando quindi in quota sui suoi pendii occidentali. La direzione è l’evidente valico di Genn’e Impì, dove si giunge su sentiero abbastanza logico riprendendo poi la cresta in salita.
Si prosegue a risalire in ambiente montano e selvaggio, sempre con panorami straordinari, guadagnando la cima di Punta sa Cabixedda. In direzione nordovest si scorge l’evidente cresta che separa questa cima da quella di Perda de Sa Mesa, la più alta del Linas, che si raggiunge con l’ennesimo saliscendi. Presso Perda de Sa Mesa si trovano alcune piattaforme in cemento, costruite tempo addietro dall’Aeronautica Militare per permettere agli elicotteri di atterrare ed effettuare la manutenzione ad una stazione di ripetitori radio. Il panorama che si gode dalla cima è semplicemente magnifico. Si riprende a camminare in direzione ovest, seguendo sempre la linea di cresta principale che separa la cima principale da quella di Punta Linas. Ci si sposta sulla sinistra della cresta, tenendo più in alto alcuni ammassi rocciosi e guadagnando nuovamente il filo di cresta ad una quota più bassa. La linea delle cime porta leggermente sulla destra, raggiungendo una vecchia rete dismessa.
Dopo una breve salita che porta alla punta di Riu Purdeddus si comincia a scendere decisamente in direzione di alcune strutture che fungono da ripetitori radio. La discesa è sempre logica e diretta e porta rapidamente a Genna Padenti, presso un largo spiazzo dove termina l’itinerario.
Dati catastali e altimetrici
Galleria fotografica
Scarica la documentazione del sentiero
Opinioni
Non ci sono ancora recensioni per questo sentiero