Si parte dalla struttura forestale di Pantaleo (223 m s.l.m.), sede dell’omonimo cantiere, percorrendo un facile sentiero in mezzo al bosco che reca in breve ad una sorgente nei pressi delle rovine della chiesa di Pantaleo.
Da qui si prosegue lungo la sterrata che porta a Is Cannoneris, in decisa salita, abbandonandola in corrispondenza di un ampio tornante (524 m s.l.s.), entrando nel bosco di lecci e corbezzoli e raggiungendo un sentiero che segue una vecchia mulattiera. Lo si risale, sulla spalla chiamata Ischina su Mori is Eguas. Dalla sella al culmine della salita (607 m s.l.s.) si ridiscende, su mulattiere, verso il Riu de S’Arremus, dove si incrocia il sentiero 215, guadato il quale proseguendo in un bosco a macchia alta frequentato dai cinghiali, si giunge presso il valico dall’emblematico nome di S’Arcu ‘e Bidda Beccia (658 m s.l.m.). Sul terreno sono presenti antiche ceramiche e segni di frequentazione. La mulattiera si stacca dal passo in decisa salita, il bosco si apre permettendo un ampissimo panorama verso la zona di Pantaleo e da là al resto del Sulcis.
Arrivati a s’Arcu de S’Arena quota 823 m (incroci con i sentieri 207 e 210), si ridiscende per una mulattiera disastrata, nel bosco fitto, poi nella macchia in un passaggio alto sul greto del Riu Acqua Callenti, che si raggiunge e si guada, nuovamente nel bosco, poco lontano dal Campu de Riu Alinu, raggiungendo infine la sterrata che porta in quest’ultimo sito.
Si percorre dunque un tratto di piste forestali, immersi nel bosco, dove si incrocia il sentiero 212, per poi staccarsi su una traccia di sentiero, in forte salita, che raggiunge infine un’ampia mulattiera con spettacolari panorami sulla zona di Calamixi (826 m s.l.m.). La mulattiera raggiunge facilmente Is Cannoneris, meta ultima dell’itinerario, percorrendo l’ultimo tratto nel bosco, dove alla fine dell’inverno tutti gli alberi portano i segni delle corna dei cervi.