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In caso di pericolo

I rischi durante le escursioni

Le escursioni comportano rischi dei quali occorre tenere conto, nella malaugurata ipotesi che questi divenissero realtà...

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Vi è tutta una lista di fastidi o rischi, o pericoli più o meno gravi e più o meno frequenti, ai quali è esposto l’escursionista: di seguito, alcuni dei più comuni
 

Spossamento

In genere è da addebitarsi alle non perfette condizioni fisiche dell’escursionista che, incautamente, non ha preso sufficienti informazioni sulla difficoltà del percorso in rapporto alle proprie capacità.
Può anche verificarsi a causa di un prolungamento fuori programma del percorso dovuto a eventi più o meno prevedibili (esempio: impraticabilità di un guado). Il rimedio è in genere solo preventivo: se vi è qualcuno che guida l’escursione deve prendere informazioni sul percorso (anche attraverso pre-escursioni di preparazione) stimarne le difficoltà (lunghezza del tracciato, dislivelli, guadi etc.) senza mai minimizzare l’impegno richiesto. Deve inoltre essere a conoscenza delle eventuali vie alternative in caso di emergenza e stimare l’idoneità degli escursionisti per affrontare i nuovi percorsi. In un’escursione impegnativa occorre portare con sè cibi energetici e bevande reintegratrici, utili a superare e prevenire momenti di crisi.
 

Bolle ai piedi

Forse è l'inconveniente più comune. Durante un’escursione i piedi sopportano, oltre al peso del corpo, anche quello di uno zaino e sui piedi scarica lo sforzo muscolare esercitato ad ogni passo, spesso in terreni dissestati che aumentano le sollecitazioni alla pianta o i micro-traumi alla base.
Occorre utilizzare scarpe robuste, collaudate (ossia non al primo utilizzo intensivo) evitando quindi di usare calzature appena acquistate che potrebbero avere tessuti o pellame ancora troppo rigidi.
Qualora si incorresse in questo inconveniente occorrerà intervenire tempestivamente con l’applicazione di cerotti appositi. Se si cammina con i piedi doloranti per troppo tempo questi si gonfiano e può capitare, dopo una sosta, di non riuscire ad infilarli nuovamente negli scarponi.
Può essere utile, in tutti questi casi alla ricerca di sollievo e per attunuare l'entità, una breve immersione del piede nudo nell'acqua fresca di un ruscello (che però è sconsigliabile naturalmente d'inverno!)
 

Cadute e scivolate

Un insieme di motivi ne sono all’origine: rocce rese scivolose dall’acqua (ad esempio nel caso di passaggi su placche granitiche) e ostacoli nascosti sul terreno, carico sulle spalle squilibrato, inesperienza, stanchezza e conseguente calo di attenzione.
Dalle statistiche emerge un dato: gli incidenti avvengono quasi sempre al rientro, quando stanchezza e disattenzione si combinano pericolosamente. Alcuni accorgimenti consentono di ridurre il rischio di cadute:

  • utilizzo di calzature idonee dotate di suola scolpita (non esitate a risuolare o sostituirle qualora questa risulti consumata)
  • zaino con un carico perfettamente equilibrato, dotato di dorso imbottito, cintura anch’essa imbottita, spallacci regolabili, cinghie di richiamo del carico (il tutto regolato in modo da aderire perfettamente al busto)
  • essere vigili e attenti in ogni momento, evitando movimenti goffi
  • se un capo di vestiario ci rende meno sciolti nei movimenti e non è indispensabile, non esitare a toglierlo
  • se si rimane indietro rispetto al gruppo non lasciarsi prendere dall’ansia o dalla fretta
  • se la stanchezza sembra toglierci le forze occorre fermarsi, bere e rinfrescarsi: spesso la disidratazione fa calare rapidamente la soglia di lucidità!

Basteranno pochi minuti e un po' d'acqua per recuperare le forze e riprendere la marcia in sicurezza.

Vertigini

Può trattarsi di un reale problema di salute o di avvenimenti sporadici. In entrambe le circostanze sarà compito della guida segnalare preventivamente ai candidati la presenza di tratti esposti a tale rischio. Così come sarà cura dell’escursionista che ha il problema delle vertigini informarne la guida. Resta comunque buona norma portare sempre con se una corda di lunghezza sufficiente per garantire un appiglio sicuro in tali circostanze.

Intemperie

Pioggia, freddo e vento raramente potranno impedire la marcia. Un escursionista esperto che si ritrovi i tali circostanze e non dispone di un riparo sicuro, solitamente allunga il passo e procede spedito verso la meta, consapevole del fatto che da un’andatura sostenuta sviluppa calore corporeo.
Il vero problema è che gli agenti atmosferici aversi possono facilitare il verificarsi di piccoli incidenti (cadute, storte etc.). Pertanto è necessaria grande concentrazione ed attenzione. Anche l’abbigliamento può essere d’aiuto, ma và detto che i capi impermeabili con migliore tenuta all’acqua spesso impacciano il passo o comunque impediscono la traspirazione. Particolarmente efficaci, anche se assai costosi, sono i capi impermeabili traspiranti realizzati in tessuti microporosi. Un accorgimento che può preservare da infreddature è quello di poter disporre, al rientro dall’escursione, di un cambio di indumenti asciutti.

Fulmini

Pericolo tremendo ma fortunatamente sporadico. In montagna è purtroppo assai più elevata la possibilità di essere colpiti da un fulmine che non in altri contesti. Per evitare di essere colti da un temporale occorre saperne riconoscere immediatamente i segni: abbassamento della pressione atmosferica, anomalo aumento della temperatura, comparsa improvvisa di vento forte formarsi di nuvole stratificate in forma di cumulonembi. In presenza di tali eventi occorre individuare immediatamente una zona sicura avendo cura di evitare le creste più alte e le cenge e prediligendo le zone meno scoscese ai piedi delle pareti più ripide, ad almeno 10 metri d’altezza dalla base di queste. Occorre poi assumere posizioni che limitino al minimo la superficie di contatto al suolo ed evitare la posizione orizzontale. L’ideale è accovacciarsi abbracciando le ginocchia e chinando il capo. Se si possiede una corda di nylon è buona norma sedervisi sopra per isolare il corpo dal terreno.