L’itinerario è di grande interesse naturalistico e storico: si sviluppa lungo il corso del fiume Flumendosa, permettendo di scendere sulle rive con alcune brevi deviazioni dall’asse principale. I punti più caratteristici sono Arredelus e Is Caddajas, che non a caso danno il nome all’itinerario, e un punto panoramico, con possibile discesa al fiume, in località Pabani.
Arredelus è un tratto in cui l’acqua si raccoglie in un lago per metà chiuso da alte pareti rocciose e per l’altra metà accessibile con una spiaggia sassosa sulla riva destra e con un’altra spiaggia sabbiosa sulla riva sinistra. La zona specifica deve il suo nome alle filliree angustifolie d’alto fusto (phillyrea angustifolia) presenti sulle rive. Is Caddajas è l’estremità sud dell’escursione, costituita da due laghetti consecutivi circondati da alte pareti di roccia. Insieme hanno una caratteristica forma a clessidra, dove l’acqua del lago di monte si getta nel lago di valle con una cascata alta circa un metro e mezzo in un corridoio angusto perché stretto e buio, per l’altezza delle pareti di roccia che non consente una piena illuminazione dal cielo. Anche in questo caso il nome specifico è in relazione alla natura, perché la forma dei due laghi, e di alcuni altri più piccoli sopra i banchi di roccia, ricorda i paioli dalle alte pareti (caddajas) in cui si riscalda il latte per la cagliata. La località Pabani è rilevante non soltanto per il punto panoramico ma per un ampio spiazzo pianeggiante lungo il sentiero e per un bel laghetto sul fiume, circondato da alte pareti di roccia, seppure inferiori a quelle di Is addajas.
La percorrenza in mountain bike è agevole nella parte iniziale dell’itinerario, vale a dire su sterrato per i primi 2 km, cui segue un tratto di mulattiera di 300 m fino al punto di inizio del sentiero (waypoint INIZIO SENTIERO), dove si può archeggiare la bici e continuare a piedi. Da qui il percorso continua con 700 m di sentiero fino all’estremità sud, con alcuni tratti esposti per i quali si trova ogni tanto un passamano. La deviazione per Arredelus (250 m di lunghezza) può essere percorsa in bici, dato che si sviluppa su sterrata, mentre la deviazione per il punto panoramico di Pabani (appena 200 m di lunghezza) è su una mulattiera più ripida e sconnessa, comunque percorribile in mountain bike.
Su Ponti ‘e Ferru
L’interesse storico dell’itinerario deriva dal fatto che nel tratto iniziale si attraversa il Flumendosa su un antico ponte di ferro (waypoint PONTI ‘E FERRU), realizzato dalle officine Eiffel in moduli componibili. Una volta scaricati al porto di Cagliari, furono trasportati col treno delle allora Ferrovie Complementari Sarde fino alla stazione più vicina – comunque lontana – per poi essere portati sulle rive del fiume con i carri a buoi. Per il regime impetuoso del Flumendosa e per i ripidi versanti della gola in cui scorre, prima di allora i territori di Gadoni e Seulo - rispettivamente a nord e a sud, sulla riva destra e sinista - seppur vicini, erano isolati per lunghi periodi senza che tra le due comunità potessero esserci relazioni frequenti. La costruzione del ponte implicò la costruzione di una sterrata tra i due paesi secondo criteri moderni, al posto delle mulattiere sconnesse e pietrose che conducevano ai guadi. La allora nuova strada si caratterizzava per le pendenze diluite, per i muri di contenimento e i muretti di protezione, che si possono ancora ammirare nella prima parte del percorso, dal punto di partenza fino all’inizio della mulattiera (waypoint INIZIO MULATTIERA). Questa importante risorsa viaria è stata sostituita soltanto all’inizio degli anni Novanta del Novecento dalla costruzione di un viadotto - alto 120 m e lungo 500 m, il più alto della Sardegna - per il quale l’intero collegamento tra i due paesi è stato asfaltato, fortunatamente lasciando nella parte bassa della gola, al di sotto del viadotto, l’antica sterrata col suo caratteristico ponte.