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Sicurezza sui sentieri: cosa dicono i dati 2024? Siglato intanto il protocollo Forestas-Soccorso Alpino

operazioni congiunte Forestas- Soccorso Alpino 4

[Reportage a cura del Settore Sentieristica della Direzione Generale Forestas - tempo di lettura: 9 minuti ]

Sicurezza outdoor: cosa dicono i dati 2024?

Nello scenario italiano e regionale, il sistema di pubblica sicurezza legato al cosiddetto Search&Rescue (gli interventi SAR di ricerca e soccorso, in caso di incidenti o dispersi in ambiente impervio) è gestito da un sistema collaborante ed efficiente che vede coinvolti, tra gli altri, Vigili del Fuoco e Guardia di Finanza (ciascuno dei quali ha un proprio nucleo operativo che include competenze di eli-soccorso) insieme al Corpo nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) oltre ad un universo di associazioni di volontariato.   
Un ruolo sicuramente "cardine" è quello del CNSAS che da oltre 70 anni effettua soccorsi tecnici – sanitari e non – in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con più di 7.000 operatori altamente specializzati.

Il report 2024

Il CNSAS presenta in questi giorni il proprio report delle attività svolte nel 2024: in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale e il sistema 118, garantiscono il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone in difficoltà o in imminente pericolo di vita, alla ricerca e al recupero di dispersi e caduti. Alcuni dati sull’anno appena trascorso: 12.063 missioni di soccorso, portando assistenza a 11.789 persone.
In generale, i numeri restano alti, e preoccupanti, in linea con gli ultimi due anni. Le ore/uomo impiegate sono state 183.846, per un totale di 314.228 giornate/uomo, con 42.589 tecnici volontari coinvolti.

E la Sardegna, con la propria quota enorme di attività outdoor, gioca un ruolo importante in questo contesto: non soltanto per la crescita esponenziale dell'escursionismo (anche sui nuovi 3000 km di RES gestita da Forestas negli ultimi anni, oltre ai quasi 1000 km di Cammini di Sardegna) ma anche per l'altissima frequentazione di ambienti impervi come forre, cengie, vie di arrampicata, ferrate, torrentismo. 
Un contesto che da un lato ha aspetti estremamente positivi per il settore turistico outdoor nella nostra isola ma che, al contempo, pone e sta ponendo seri e articolati problemi in merito al carico antropico, all'offerta di professionalità adeguate alla fruizione guidata nei vari contesti, all'ospitalità  (rete di rifugi e bivacchi ancora non operativa in Sardegna) e, naturalmente, alla casistica di incidenti in ambiente impervio con elevate criticità di soccorso. 

Le cause degli interventi, a livello nazionale

Le principali cause degli interventi rimangono sostanzialmente invariate rispetto agli anni precedenti, infatti spiccano:

  • Caduta o scivolata: 43,2%
  • Incapacità durante l’attività svolta: 26,5%  [su questo aspetto è fondamentale la prevenzione e l'informazione, così come la cura e la verifica delle professionalità che offrono "guida" e accompagnamento]
  • Malore: 12,7%

Seguono: altre cause (9,6%), maltempo (4,1%), frane (1,3%), eventi valanghivi (0,7%) e shock anafilattico (0,4%).

Le attività maggiormente coinvolte

L’attività che si conferma principale causa di incidenti è l’escursionismo (44,3% dei casi), seguita da:

  • Sci alpino e nordico: 14%
  • Mountain bike: 6,8%
  • Alpinismo: 5,9%
  • Ricerca di funghi: 3,4%
  • Attività lavorative: 2,6%
  • Attività su ferrate e falesie: 3,6% complessivi

Da segnalare anche la presenza di interventi riconducibili alle attività venatorie, a sport dell’aria e speleologia.

Lo stato fisico delle persone soccorse

Nel 2024 si contano, su scala nazionale:

  • 466 persone decedute e 1.431 feriti gravi
  • 5.288 feriti lievi e  299 feriti con compromissione delle funzioni vitali
  • 4.187 illesi  e  118 dispersi

L’identikit della persona soccorsa

Il profilo prevalente rimane: uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo una caduta  in escursione nel mese di agosto - periodo dell'anno che si conferma quello con il maggior numero di interventi (18%).
Più in generale, queste le statistiche:

  • Nazionalità: 80,4% italiani, seguono cittadini di Germania (6,8%), Francia (1,6%) e Austria (1%).
  • Età prevalente: tra i 50 e i 60 anni (16,36%), seguiti da over 60 e giovani tra i 20 e i 30 anni.
  • Sesso: 67,9% maschi, 32,1% femmine.
  • Appartenenza al Club Alpino Italiano: 91,4% non soci, 8,6% soci.

Quando e dove intervengono i soccorsi

Quasi la metà degli interventi si concentra nei mesi estivi: luglio (14,4%), agosto (18%) e settembre (8,6%), in linea con le frequenze delle principali attività outdoor praticate durante la stagione calda.

Distribuzione territoriale degli interventi

I territori più coinvolti sono:

  • Piemonte: 15,9%   --   Valle d’Aosta: 14,3%   --   Trentino: 11,7%   --  Alto Adige: 10,9%  --   Lombardia: 10,4%  --   Veneto: 9,2%
  • Seguono tutte le altre regioni italiane, con dati coerenti con gli anni precedenti.
  • IN SARDEGNA: sono state 164 le missioni di soccorso svolte dai tecnici delle Stazioni alpine e speleologiche (attivati dal 118, o dalle Prefetture, da Forze dell’ordine o per chiamata diretta al CNSASS) per un totale di 167 persone soccorse, con 117 missioni specifiche in ambiente impervio portate a termine incollaborazione con il servizio di elisoccorso. Da evidenziare anche il dato delle 2.196 missioni HEMS  (svolte cioè dai tecnici di Elisoccorso a bordo degli elicotteri sanitari).

Il confronto con gli anni precedenti: numeri stabili, ma ancora troppi decessi

Nel triennio 2022–2024 si registra un andamento stabile e costantemente elevato - a livello nazionale - del numero complessivo di missioni di soccorso effettuate dal CNSAS. Dopo il picco del 2023, con 12.349 missioni, il 2024 si attesta su 12.063 missioni, un dato in linea con quello dell’anno precedente e in forte aumento rispetto al 2022 (10.367 missioni).
Dati che sono in stretta correlazione con la ben nota esplosione del settore outdoor dopo l'effetto-fionda del periodo pandemico da Covid-19.

Anche il numero delle persone soccorse rimane elevato:

  • 11.789 nel 2024   |  12.365 nel 2023  |  10.125 nel 2022.

Sul fronte delle persone decedute in ambiente impervio, si osserva una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, pur restando il dato altamente significativo:

  • 466 decessi nel 2024  *  491 nel 2023  *   504 nel 2022

L’analisi conferma una pressione costante sul sistema di soccorso in montagna, con numeri che evidenziano quanto sia necessaria una costante attività di prevenzione, sensibilizzazione e formazione per ridurre i rischi e limitare gli incidenti.

REPORT nazionale del CNSAS 

A questo link è possibile approfondire le attività del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e leggere il report completo.

Focus sulla Sardegna

Sono 905 le giornate/uomo impegnate in Sardegna dal CNSAS, pari a 8719 ore in un anno. Complessivamente il 2024 ha registrato 164 missioni di soccorso in Sardegna per un totale di 167 persone soccorse, di cui 117 su missioni in ambiente impervio, spesso operate con elitrasporto.  Cadute accidentali (45.5%) malori (12%)  scivolate (10.2%) e perdita orientamento (6,6%) sono le principali cause degli incidenti in Sardegna.

Interventi in ambiente impervio  ed attivitità più "critiche"

Anche in questo caso numeri importanti:  137 interventi su terreno impervio |  18 per ricerca dispersi, di cui 2 in forra  |  solo 1 in ambito speleo. 

Le attività svolte dagli infortunati che hanno attivato i soccorsi vedono in Sardegna un netto predominio dell'escursionismo (47,3%) cui seguono le arrampicate/alpinismo (6%) la caccia col 9,6% dei casi (interferenza attività venatoria/escursionismo su cui tanto anche Forestas si è concentrata tra le principali criticità segnalate negli sportelli del sentiero e all'attenzione del Tavolo Tecnico regionale per la RES).
Ed infine, tra le attività più praticate e meno "rischiose" la Mountain bike (appena 2,4%).
Da segnalare che il 6% di incidenti riconducibili ad attività alpinistiche (quindi con livelli di difficoltà ultra-escursionistici e con attrezzatura specifica, da EEA in su) o di arrampicata su pareti rocciose sono un enorme campanello d'allarme, in rapporto al numero di praticanti (effettivamente esiguo rispetto all'escursionismo tout-court esploso in Sardegna in periodo post-Covid19 anche grazie allo sviluppo della RES e dei Cammini con guide GAE).

Età e provenienza delle persone soccorse,  e mesi più critici in Sardegna

L'età delle persone soccorse in Sardegna - sempre stando ai dati forniti dal CNSASS - è significativo: la mediana e la percentuale più alta degli interventi (40% sul totale) riguardano la fascia "50-60 anni" con una netta prevalenza di uomini (67,7%).  Notevole, ma non sorprende, l'alta percentuale di ultra ottantenni soccorsi (16%).

Per lo più italiana (circa il 90%) la nazionalità di chi necessita di soccorso, seguono i tedeschi (quasi il 5%). E manco a dirlo, i mesi più critici sono quelli estivi; in realtà però la fascia a più alta frequenza parte da maggio

Le aree più interessate da allarmi in area impervia sono l'Ogliastra e (forse un po' inaspettatamente) il Sassarese.

QUI il report completo del CNSASS per la Sardegna.

La Collaborazione Quinquennale siglata da Forestas con il Soccorso Alpino per la sicurezza sui sentieri

La collaborazione tra il Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna (S.A.S.S.) e l'Agenzia regionale Forestas - che per Legge regionale gestisce l'intera Rete dei Sentieri nell'Isola, si aggiunge alla collaborazione con il Club Alpino Italiano e ci permetterà di lavorare, negli anni a venire, per elevare il numero, la qualità e soprattutto la sicurezza dei sentieri ufficiali e delle vie di lunga percorrenza (come il Sentiero Italia) e le altre direttrici regionali previste dal piano di sviluppo triennale.

Tra le attività-cardine previste dalla collaborazione instaurata con il SASS, rientrano:

  • il supporto alle esercitazioni dei volontari, anche con l'utilizzo delle foresterie e del personale dell'Agenzia, per rinforzare la capacità operativa e il reciproco "know-how"
  • il pieno accesso a tutte le piste forestali regionali, anche quelle sbarrate, essenziale via di ascesa in caso di soccorso
  • la condivisione delle informazioni e lo sviluppo di una rete escursionistica di qualità
  • la pianificazione e la progettazione di sentieri sicuri in tutta l'Isola
  • il SASS ha inoltre accesso a tutte le informazioni del nuovo Catasto Regionale dei Sentieri e condividerà le proprie con l'Agenzia
  • il SASS aiuterà Forestas a valutare le criticità ed attenuare i rischi lungo i sentieri, le piste di MTBike e le ippovie. 

AL LAVORO PER LA SICUREZZA DEI SENTIERI ESCURSIONISTICI

C'è ancora tanto da fare, su questo fronte: i rappresentanti dell'Agenzia Forestas hanno illustrato gli aspetti gestionali legati alla Rete Escursionistica della Sardegna (RES) ed il protocollo di collaborazione siglato con il S.A.S.S. anche nell'ultima seduta del Tavolo Tecnico Regionale per la RES.

In Sardegna, dunque, si prosegue nel solco della collaborazione avviata nel 2019 per potenziare concretamente lo sviluppo della Rete dei Sentieri, ora integrata con la rete dei Cammini di Sardegna.   
Sono previsti, oltre ad un gruppo di lavoro regionale congiunto Forestas-SaSS: condivisione delle risorse logistiche, scambio di informazioni e formazione per la sicurezza dei sentieri, aggiornamento sulle tecnologie, utilizzo delle strutture forestali per le esercitazioni (anche congiunte), piano di interventi e sopralluoghi per monitoraggio e per la messa in sicurezza e la revisione delle classificazioni dei sentieri (controlli indipendenti e "di terza parte" a cura del Soccorso alpino).

Cos'è il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, in Italia e in Sardegna

Sono volontari super specializzati ed attrezzati, integrati con il sistema regionale di Protezione Civile. Operano secondo le norme nazionali in montagna, nelle grotte e cavità, nelle forre e nei canyon, in grotte sommerse, per la ricerca di dispersi o feriti anche con il supporto di unità cinofile, anche elitrasportati.

Il S.A.S.S. è l’articolazione territoriale per la Sardegna del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) le cui finalità, sancite dall’art. 2 dello Statuto nazionale, sono:

soccorso degli infortunati, dei pericolanti e il recupero dei caduti nel territorio montano, nell’ambiente ipogeo e nelle zone impervie del territorio nazionale; 
prevenzione e la vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, scialpinistiche, escursionistiche e degli sport di montagna, delle attività speleologiche e di ogni altra attività connessa alla frequentazione a scopo turistico, sportivo, ricreativo e culturale in ambiente montano e ipogeo;
concorrere al soccorso in caso di eventi calamitosi in cooperazione con le strutture della Protezione Civile, nell’ambito delle proprie competenze tecniche ed istituzionali; 
formazione, addestramento e aggiornamento dei propri iscritti.
Al CNSAS è inoltre affidata la funzione di coordinamento, nel caso di intervento di più organizzazioni di soccorso, in ambito alpino o in ambiente impervio od ostile e le sue strutture sono riconosciute dallo Stato come "soggetti di riferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso nel territorio montano e in ambiente ipogeo". La Legge 18 febbraio 1992 n.162 prevede all’art 4 c.3 che "
I volontari del Corpo impegnati nelle operazioni di soccorso e nelle esercitazioni possono circolare con i veicoli e le unità cinofile occorrenti, in deroga ai divieti e alle limitazioni poste da leggi regionali e provinciali e da regolamenti locali, anche  nelle aree incluse in parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali ed aree protette".

Il SASS, quale servizio territoriale del C.N.S.A.S. è servizio di pubblica utilità come indicato nella Legge 21 marzo 2001 n. 74 ed è Struttura nazionale operativa del Servizio nazionale della Protezione Civile per la Legge 24 febbraio 1992 n. 225. La sede è fissata presso la sede legale del Club alpino italiano a Milano.

Il CNSAS opera in tutto il territorio nazionale attraverso 21 Servizi Regionali, costituiti ognuno per ogni regione o provincia autonoma dello Stato italiano. I Servizi Regionali sono, a loro volta strutturati in Delegazioni, organizzate capillarmente in nuclei operativi chiamati Stazioni, con il compito di portare soccorso. In Sardegna è operativo con due delegazioni: la XXIX Delegazioni Alpina e la VIII Delegazione Speleologica, delle quali fanno parte circa 220 soccorritori. 

La XXIX Delegazioni Alpina opera su tutto il territorio regionale ed è suddivisa in 6 stazioni: Cagliari, Sassari, Nuoro, Ogliastra e Medio Campidano, più la neonata stazione di Olbia. 
La VIII Delegazione Speleologica opera su tutto il territorio regionale ed è suddivisa in 4 stazioni: Cagliari, Sassari, Nuoro e Iglesias