La tomba di giganti di Sas Presones presenta la tipica architettura funeraria dell'età nuragica: una camera rettangolare, costruita con lastroni verticali e copertura a piattabanda, preceduta da un'esedra semicircolare.
Lo spazio dell'esedra era destinato ad accogliere i riti e le offerte che precedevano la deposizione, mentre la camera, accessibile da una stretta apertura sormontata da una stele, ospitava il defunto e il suo corredo. Il monumento, oggi molto frammentario, è stato osservato e disegnato alla fine del XIX sec. dall'archeologo scozzeze Duncan Mackenzie.
La Civiltà Nuragica: sotto la definizione Civiltà nuragica possiamo includere tutta la produzione e diffusione di prodotti culturali dal Bronzo Antico, incluse le nozioni di urbanistica. Queste manifestazioni culturali sono interpretate dagli storici come un segno eloquente di un cambiamento culturale. Il nome Cultura nuragica esprime i due elementi simbolici che la caratterizzano. Per l’appunto, il termine cultura esprime la transizione da una situazione socio - economica di un certo tipo a un contesto sociale, politico, economico e religioso più complesso.
Inoltre, l'aggettivo “nuragico” richiama l'attenzione verso i nuraghi, i ben noti edifici che distinguono la Sardegna dalle altre regioni. La Civiltà nuragica non è solo caratterizzata da caratteristiche pressochè uniche, ma anche da molte affinità con altre culture del Mediterraneo. Le antiche sepolture chiamate Tombe di Giganti, un nome mutuato dagli antichi sardi e usato dagli archeologi, sono tombe megalitiche a galleria, lunghi edifici sotterranei edificati interamente in pietra.
Si caratterizzano per la presenza di una pianta che ricorda una protome taurina e di due ali laterali che formano una sorta di vano semicircolare chiamato esedra. L'esedra è generalmente costruita con lastroni di pietra in posizione verticale (ortostato) o usando blocchi di pietra squadrati (muratura). Essa si caratterizza per la presenza di una stele centinata centrale. La copertura della stanza centrale era ottenuta con una speciale tecnica chiamata “piattabanda", una sorta di arco piatto di tipo monolitico. Dentro le tombe dei giganti avevano luogo riti funerari collettivi, uno strano uso in una società che attribuiva di certo uno speciale significato ai rapporti gerarchici sociali.