Col termine "giare" si indicano in Sardegna alcuni altopiani basaltici, formatisi nell'Oligocene in seguito a fenomeni vulcanici, caratterizzati da pareti molto scoscese, a "scarpata", tra la Marmilla ed il Sarcidano. Esse sono tre in totale, quella di Gesturi, quella di Serri e quella di Siddi, ma i comuni nel cui territorio ricadono sono più numerosi. Oltre ai tre nominati, infatti, si dispongono ai piedi della Giara di Gesturi anche i comuni di Albagiara, Assolo, Barumini, Genoni, Genuri, Gonnosnò, Nuragus, Nureci, Senis, Sini, Setzu, Tuili e Usellus.
La più celebre e vasta delle Giare è quella di Gesturi, lunga 12 km e larga 4, per un'ampiezza di 45 kmq. Essa ha un'altitudine media di 500 m slm, con le punte di Zepparedda (609 m) e Zeppara Manna (580 m), antiche bocche di emissione della lava. Questo altopiano presenta una superficie molto uniforme, contraddistinta da alcune leggere depressioni, in cui durante la stagione umida si formano dei ristagni d'acqua, talvolta alimentati da piccole sorgenti, chiamati paulis. Essi in occasione di piogge molto abbondanti giungono addirittura a strabordare e dare origine a curiose cascatelle lungo i bordi della Giara (particolarmente copiosa Sa Spendula, presso Albagiara).
La vegetazione che ricopre l'altopiano è molto rigogliosa (si tratta di aree assolutamente prive di fenomeni urbanistici): è costituita da fitti boschi di sughera e da una macchia mediterranea di mirto, cisto marino, corbezzolo, lentisco, erica ed euforbia. Comprende anche endemismi come s'erba 'e oru (Morisia monantha), un paleoendemismo del Terziario esistente solo in Sardegna e Corsica, un vero e proprio fossile vivente, e il Lepidurus apus, un piccolo crostaceo che abita le paludi sommitali. Ma è il cavallino della Giara il protagonista più celebre della fauna di questo altopiano. Si tratta di una particolare razza equina, alta al garrese tra 110 e 120 cm, introdotta in Sardegna in tempi lontanissimi, con caratteristiche molto particolari, come gli occhi a mandorla. Sono questi gli ultimi cavalli selvatici d'Europa, dei quali rimangono alcune centinaia di esemplari. Naturalmente sulla Giara abitano e nidificano numerose specie di uccelli, ben 64, più altre 22 solo nel periodo estivo. Il toponimo (che il Wagner ricollegava al sostrato paleosardo) sarebbe secondo alcuni derivato dal catalano "haras", indicando con questo termine il luogo in cui vivono mandrie di cavalli.
Ma l'eccezionalità delle giare non è limitata agli aspetti geomorfologico e florofaunistico. La vista che si può godere da questi altopiani dalle pareti a strapiombo spazia, infatti, dal massiccio del Gennargentu alla pianura del Campidano, dalla Marmilla, con le sue caratteristiche dolci colline, al mare in lontananza nelle giornate più terse. È però l'aspetto archeologico a costituire uno dei maggiori motivi di interesse delle giare. Lungo il perimetro del tavolato di Gesturi si dispongono ben 24 nuraghi, mentre ai suoi piedi ne sorge un numero almeno doppio. Fatto che ha condotto alcuni studiosi a ritenere questo territorio una sorta di fortezza naturale delle popolazioni nuragiche.