Campu Nostra Sennora - Borbore (G 121)
The pathway
Roadbook
Si parte dal vasto Campu de Nostra Sennora, la sella pianeggiante posta alle spalle della chiesa di Santa Maria di Montenero, cui è dedicato il toponimo. Il sentiero si stacca dall’anello asfaltato che cinge la cima dell’Ortobene nei pressi di un punto di ristoro, transitando poi nel parco dell’ex Hotel Esit, attualmente in attesa di qualificazione.
Alcuni gradini di granito permettono di raggiungere la sottostante provinciale ed attraversarla fuori dal bosco, di fronte a un panorama vastissimo che comprende il Supramonte, la valle del Cedrino e la lontana Baronia.
Si comincia a scendere con stretti tornanti, traversando gradualmente verso sinistra nei tancati conosciuti come Sa ’e Meredda e Sa ’e Belloi. L’ambiente rimane sempre panoramico ed il bosco basso e giovane, in ricrescita dopo l’incendio che percorse queste zone poco più di venti anni fa. Un lungo tratto semipianeggiante porta ad una discesa panoramica con vista sul Montalbo e la valle del Riu Isalle. Sulla destra, le alture di Punta Gurturios testimoniano le nidificazioni degli avvoltoi nel secolo scorso e sono oggi casa per i corvi imperiali, la poiana ed il falco pellegrino.
Si entra in una zona di bosco giovane che si alterna a fitti boschi di corbezzolo, sovrastati talora da piccole alture di roccia, come quella di Su Nuratolu ’e Susu. La discesa nel fitto bosco si arresta in prossimità del bivio evidente col sentiero 122C: qui si trova anche il Rifugio Irgribba, una capanna riattata da alcuni appassionati nel sito dove sorgeva l’ovile del pastore omonimo.
Si riprende rimanendo in quota, affrontando una mulattiera nel fitto bosco con saltuari scorsi verso Jacu Piu. La mulattiera termina nell’impluvio di Riu Collette, dove si trova una piccola, ma scenografica cascatella. Si risale in mezzo a grossi macigni, per un sentiero ardito ed entusiasmante, raggiungendo poi una grossa carraia che si segue per alcune centinaia di metri, congiungendosi nel bivio col sentiero 125A poco lontani da P.ta Sa ‘e Chisu, nei pressi dell’ex tiro al piattello oggi occupato da un fitto cisteto.
Si traversa la sterrata continuando dritti, inizialmente su terreno pianeggiante e poi in leggera ma costante discesa su tracce di antiche mulattiere. La traccia si porta gradualmente sotto un bosco fitto interrotto da isolati gruppi di rocce, ognuno con la possibilità di un ampio sguardo panoramico intorno. Si procede sempre in direzione ovest, raggiungendo infine una larga sterrata dove si incrocia il sentiero 125.
Si attraversa la sterrata, procedento ancora in direzione ovest sotto un fitto bosco e seguendo con attenzione i segnali. La lecceta è qui quasi matura, con esemplari notevoli che lasciano spazio solo ad ampie aie carbonili e a grossi roccioni. In leggera salita si incontra il bivio col sentiero 125C: da questo punto in poi il sentiero sarà in costante salita e percorribile anche dalle MTB, perciò occorre prestare attenzione. Inizialmente stretta tra gli alberi, la traccia diviene una larga mulattiera con ampi tornanti e raggiunge infine una sella fuori dal bosco, non distante da Punta Fumosa, notevole tor granitico nascosto dal bosco alla destra dell’escursionista. Qui si trova anche il bivio col sentiero 121B.
Si procede dritti in direzione sudovest, riprendendo un sentiero esclusivamente pedonale, inizialmente con lievi pendenze su una antica carraia utilizzata anche da un punto di vedetta antincendio ormai non più utilizzato. La carraia termina in un vasto spiazzo e il sentiero si inoltra nuovamente nel bosco, serpeggiando a fatica tra grossi roccioni che rendono l’ambiente intimo e spettacolare, ma rendono al contempo il cammino più complicato. Tra i rari varchi della vegetazione si ammira il vasto prato di Balu Birde, Valverde, con la chiesa campestre omonima circondata da un anfiteatro di cime rocciose. Un’ultima e breve salita permette di raggiungere un incrocio evidente, dove giunge il sentiero ciclabile 126: da questo punto in poi il sentiero avrà sempre doppia fruizione, escursionistica e cicloescursionistica.
Si è ormai in zona Borbore: il sentiero prosegue in costante ed evidente discesa, traversando un impluvio in località Badu ’e Grassia e raggiungendo infine, presso un vasto spiazzo, le splendide Birghines di Borbore. Birghine è il termine nuorese utilizzato per definire le necropoli altrove dette Domus de Janas: a Borbore si riconoscono un primo, vasto ambiente, dalla volta ormai crollata, ed alcune celle laterali. Osservando con attenzione, si notano le tracce di antica pittura sulle pareti, realizzate verosimilmente con ocra rossa. Qui si congiunge anche il sentiero 121A.
Il sentiero diviene una sterrata, inizialmente in cattive condizioni, scendendo prima ripidamente, poi per alcuni tornanti ed infine in leggera salita, su bella strada circondata da una pineta sotto la quale la lecceta reclama ormai il suo spazio. Una lieve salita su fondo migliorato porta a raggiungere la strada provinciale e qui il sentiero termina. Proseguendo in discesa, sulla strada, si giunge alla chiesetta della Solitudine ed alla partenza del sentiero 101.
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