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Convocata su richiesta di Conf-Guide di Nuoro, che associa numerose Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) iscritte al registro regionale, si è tenuta nel pomeriggio del 25 gennaio una video-conferenza cui hanno partecipato anche rappresentanti di altre associazioni coinvolte da Forestas per favorire la più ampia partecipazione: LAGAP, AiGAE, AssoGuide e Associazione Guide del Supramonte...

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Convocato a riscontro di una richiesta di Conf-Guide di Nuoro, che associa numerose tra le Guide Ambientali Escursionistiche (GAE) iscritte al registro regionale, si è tenuta nel pomeriggio del 25 gennaio un'assemblea in video-conferenza cui hanno partecipato, oltre a rappresentanti e iscritti dell’associazione nuorese, anche quelli di altre coinvolte da Forestas per favorire la più ampia partecipazione: tra queste LAGAP, AiGAE, AssoGuide e Associazione Guide del Supramonte.  In pratica, la quasi totalità degli operatori di questo importante settore hanno contribuito all’iniziativa dello Sportello del Sentiero regionale.
 

È stata l‘occasione per dare informazioni sull'ipotesi di sistema bivacchi-rifugi della R.E.S. così come è giunta al Consiglio regionale e agli assessori competenti (Ambiente, Turismo) ad esito delle attività 2022 del Tavolo Tecnico regionale. Quella proposta è poi stata presa in esame dalla competente V Commissione permanente del Consiglio regionale, ora in un Progetto di Legge bi-partisan depositato e licenziato dalla commisione, in attesa di fare ingresso in aula come PL. n.367 (modifiche alle norme regionali che disciplinano la Rete Escursionistica della Sardegna).

Come precisato dal gruppo di lavoro inter-assessoriale composto da tecnici Forestas, Ass. Ambiente e Turismo e da esperti indicati dal Cai Nazionale, la proposta è ora di esclusiva competenza dell’organo legislativo, a valle del contributo predisposto dal Tavolo tecnico regionale per la RES, che aveva nei mesi scorsi:

  • esaminato la residuale normativa nazionale e quella specifica prodotta in materia di bivacchi e rifugi escursionistici dalle altre regioni italiane 
  • effettuato sopralluoghi per toccare con mano la varietà di strutture potenzialmente adibibili a rifugi e bivacchi fissi in numerose aree della Sardegna, specie nelle foreste demaniali
  • simulato con una mappatura su scala regionale la quantità e le tipologie di strutture potenzialmente individuabili da una prima (eventuale) applicazione della norma
  • verificato la compatibilità delle nuove norme con quelle esistenti in Sardegna, anche con il qualificato supporto dei tecnici di Enti Locali e Urbanistica e degli organi del CAI Centrale (che gestisce in tutta Italia, attraverso le proprie diramazioni, ben 311 rifugi custoditi, 249 bivacchi “fissi”, oltre 160 tra capanne sociali e rifugi incustoditi e punti di appoggio per la fruizione escursionistica (prevalentemente in area alpina e appenninica).

     

Unanime l’apprezzamento per l’iniziativa e per il ruolo di Forestas e del Tavolo Tecnico Regionale che opera come regolamentato dalla DGR 12/80 del 2021 per la governance dello sviluppo della Rete dei Sentieri: la Sardegna negli ultimi anni ha fatto progressi importanti che la inseriscono nel novero delle regioni con la più avanzata normativa nello scenario italiano, dove ancora alcune, specie nel meridione, non hanno ancora completamente regolamentato il settore né istituito un “catasto sentieri” coordinato con il livello nazionale.   In Sardegna questo lavoro è stato fatto negli ultimi anni con un grande impegno di Forestas, che prosegue.

Le domande delle GAE, le questioni approfondite

Si è dato molto spazio - com'è nei compiti degli Sportelli del Sentiero - all'ascolto e alla condivisione delle proposte e delle richieste rappresentate dalle GAE, soprattutto in merito a quale sarebbe l’organizzazione di queste strutture (e di questi spazi) di supporto alla fruizione escursionistica, una volta normati anche in Sardegna.

Bivacchi

Le principali richieste raccolte dalle GAE durante il confronto in video-conferenza sono sul concetto di bivacco “mobile” e dei punti destinati  a mappatura del Tavolo Tecnico Regionale ed inserimento nel Catasto regionale “sentieri” per potenziare il livello di sicurezza e tracciabilità della Rete ufficiale, con l’indicazione delle coordinate di aree attrezzate per la sosta, di strutture adibibili a bivacco fisso (che offrano anche il riparo dalle intemperie) e di rifugi escursionistici veri e propri (da pensare come strutture ricettive aperte al pubblico, custodite e basate su immobili pre-esistenti, idonee a soddisfare le elementari esigenze di pernottamento durante l’attraversamento di un sentiero R.E.S. di media-lunga percorrenza, all’interno di aree naturalistiche o foreste demaniali, lontane dai centri abitati e da altre strutture pre-esistenti).

Sarà utile, naturalmente solo se e quando la Legge verrà approvata, un passaggio a livello locale (Comuni, stakeholders) per elevare a rango di “bivacco fisso” queste strutture: verosimilmente in prima istanza saranno prese in considerazione solo quelle di pubblica disponibilità e liberamente fruibili, specie nelle foreste demaniali e nelle aree montane.

Bivacco itinerante

Riguardo al concetto di “bivacco itinerante” (o b. mobile) è stato chiarito come esso sia da distinguere nettamente dal campeggio o dal campeggio montano, concetti che implicano l’utilizzo di una tenda e strutture fissate, possibili solo in aree e con modalità già definite dalla Legge regionale del 2017 all'art.22 (qui un estratto delle norme, aggiornato a febbraio 2022). Dunque il campeggio resta vietato ovunque non sia esplicitamente consentito. 
Non esistono peraltro in nessuna norma definizioni di bivacco legate al “tempo di permanenza” o ad altri criteri soggettivi: il bivacco itinerante è di fatto una sosta breve ed estemporanea (non quindi “prevedibile” nè organizzabile a priori, tanto meno con gruppi organizzati) che implica una'organizzazione basata su spazi aperti e naturali, senza carico antropico rilevante, con mezzi di pernottamento estemporanei e individuali portati in spalla (es: sacco a pelo ed altre strutture leggere ben distinte da tende da campeggio).  Insomma, è stato chiarito che a leggi vigenti (e niente cambierebbe se venisse approvata la Proposta di Legge in discussione) la necessità di bivaccare nei sentieri di media-lunga percorrenza non può in nessun caso aggirare la norma sul divieto di campeggio. Nè si può pensare di discriminare tra soste notturne e diurne a prescindere dall'uso che si fa degli spazi naturali, a prescindere dal carico antropico, o dal tipo di installazione (tende da campeggio e non): queste "teorie" non sono utilizzabili nel discorso organico che è necessario fare e che è stato fatto dal Tavolo tecnico regionale.

Hiking vs. Trekking

Chiarito anche il fatto, ben presente a tutti, che la differenza hiking-trekking (riassumibile nel tempo di percorrenza del sentiero: nel primo caso, camminata che si conclude in giornata, nel secondo una lunga percorrenza su più giorni) presuppone una Rete Escursionistica che preveda le soste “en plein airin cui l’escursionista (trekker) riposi all’addiaccio, con supporti portati in spalla (sacco a pelo e tendina da trekking). Quando questo avvenga in spazi georiferiti e gestiti a priori, anche la sicurezza e la possibilità di controllare i flussi ed i carichi è migliore.

Diverso il discorso per il bivacco fisso: come accade in molte altre regioni,  immobili dismessi di particolare valore storico/culturale o testimoniale del paesaggio rurale sardo, quali ovili tradizionali, pinnettos ecc, di libera fruizione e autogestiti, incustoditi e aperti in permanenza, si potrebbero utilizzare per la sosta temporanea degli escursionisti, individuati lungo le immediate vicinanze della RES, purché opportunamente distanti da centri abitati o da strutture ricettive esistenti. 

Lo sviluppo della RES, il sistema di bivacchi fissi e rifugi

Questo sistema (bivacchi fissi e rifugi) potrebbe quindi aggiungere alle ormai migliaia chilometri di sentieri sardi previsti in accatastamento, anche strutture di supporto alla fruizione in sicurezza. A questo si unirebbe la mappatura aggiuntiva di “punti di riferimento” quali aree per la sosta d’emergenza e comunque temporanee, per il pernottamento autonomo, con mezzi portati in spalla, tipici nei casi di meteo impervio o necessità lungo i percorsi escursionistici di montagna, in luoghi impervi e di lunga percorrenza (organizzati in tappe di oltre un giorno…alias trekking propriamente detti).  Presìdi utili anche nei casi di “search & rescue” (per incidenti o dispersi) che statisticamente aumentano al crescere dei flussi. 

Altre questioni importanti

Altri temi segnalati dalle GAE sono: la possibile sovrapposizione dell’attività escursionistica e di quella venatoria, e la gestione degli aspetti di sostenibilità ambientale dei gruppi accompagnati. Ci si è soffermati sul fatto che nelle aree della rete Natura 2000 le attività in forma organizzata, che in qualche modo possano interferire ed avere un impatto sugli habitat e le specie che caratterizzano il sito (anche le attività escursionistiche, se continuative e frequenti o condotte con gruppi numerosi) dovrebbero seguire un iter - almeno preliminare - di valutazione di incidenza, mediante acquisizione di un parere previa istanza da sottoporre all’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente.  Una questione da tenere presente anche e soprattutto quando sono i gruppi organizzati a percorrere quegli splendidi sentieri della RES che sempre più attraversano la nostra Isola, permettendo di fruirne al turista “attivo” in modo sostenibile ma economicamente rilevante per tante aree interne.

AiGAE ha inoltre proposto di poter avere a disposizione uno "sportello del sentiero" che diventi interfaccia unica per tutti gli adempimenti e le esigenze del settore: sarà un tema da approfondire, ma al momento il mandato dell’Agenzia Forestas è quello di gestire lo sviluppo della infrastruttura della nascente rete escursionistica (RES) con tutte le sue percorribilità (dalla camminata alla pedalata e fino alle ippovie). Sono al momento sette (più uno regionale) gli sportelli del sentiero operativi in Sardegna sotto il coordinamento di Forestas ed in strettissimo raccordo con il CAI ed i Comuni, e con le strutture tecniche di vari assessorati regionali.