Da La Solitudine al Redentore (G-101)
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Il sentiero, lasciata la chiesa de La Solitudine, raggiunge il primo punto-tappa di Su Murrone dopo circa 500m di moderata salita, arrivando a quota 630 m slm. Sono visibili alcuni tratti del selciato (s’impredau) dell’antica carrarecccia. Nei rocciai sovrastanti una delle 10 croci che accompagnano il percorso. A circa metà strada lungo questo tratto, si incontrano i primi incantevoli rocciai e massi di granito scolpiti in forme zoomorfe dalla lenta e continua azione erosiva dovuta alla combinazione di clima ed agenti naturali...
Dopo ulteriori 900 metri di percorso si incontra il secondo punto-tappa (Sa conca 'e sos prades) con un'altimetria pressochè invariata (670 metri s.l.m.).
Con ulteriori 500 metri si giunge alla località Sa 'e sos frores, che dista circa 40' dalla partenza. Qui si attraversa una pineta (gli alti pini e cedri sono quanto rimane della pineta impiantata tra gli anni ‘30 e ’50, andata in gran parte distrutta nel disastroso incendio del 26 agosto 1971). La località ( Sa 'e sos Frores) prende il nome dalla famiglia Floris proprietaria dell’area. Sono ancora visibili le tracce del lavoro dei picapedreris (taglia-pietre) che spaccavano e lavoravano la roccia per ricavarne blocchi e lastre usati nella costruzione delle case e per lastricare le strade della città...
Altri 550 m di percorso, sempre in leggera salita (alla quota ancora intorno a 740 m slm) conducono dopo ulteriori 15' al punto-tappa denominato Funtana 'e Milianu: dalla sorgente dedicata a Sant’Emiliano ha origine il ruscello Ribu ‘e Seuna. L’attuale sistemazione risale agli anni ‘30....pare che qui sorgesse il nucleo primitivo della città. Attorno al 1000 d.C. gli abitanti scesero a valle per dare origine al quartiere di Seuna.
La penultima tappa, lungo un tratto di circa 750 metri in cui la pendenza aumenta leggermente, conduce con ulteriori 25' di cammino alla località Solotti: qui sorgeva la colonia estiva nata negli anni ‘20 come struttura ricreativa destinata agli orfani di guerra, poi caduta in abbandono. Nel fabbricato principale ha oggi sede un Centro di Educazione Ambientale. Da vedere la Sughera monumentale: questo esemplare, in prossimità di Solotti, certamente ultracentenario, in un sito attualmente piuttosto ombroso, testimonia la sussistenza in passato di condizioni ecologiche differenti, ed in particolare di una vegetazione più bassa e rada.
Infine, percorrendo i restanti 550 metri circa, con una pendenza media che si porta quasi al 30%, si raggiunge la fine del percorso, dirigendosi verso la statua del Redentore, da cui è possibile ammirare uno splendido panorama con un punto di osservazione vantaggioso grazie alla quota che supera i 920metri s.l.m.
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