Attenzione alle zecche!
La Società degli Alpinisti Tridentini (associazione di promozione sociale nonchè Sezione del Club Alpino Italiano) ha predisposto una interessante mini-guida (allegata anche in questa pagina) per informare e aiutare gli escursionisti che si imbattano in questi parassiti ematofagi che sono vettori di diverse malattie, sia dell'uomo sia degli animali.
Dove si possono incontrare
Le zecche sono presenti soprattutto nei percorsi di bassa e media quota, fra gli arbusti e nell’erba alta in modo particolare. Ormai pressoché l’intero territorio sardo ne è purtroppo interessato. La loro presenza dipende essenzialmente dalla presenza sul territorio degli ospiti da parassitare ed il loro habitat preferito è rappresentato da luoghi umidi, ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva. Le zecche sono diffuse su tutto il territorio, in particolare nel periodo da marzo ad ottobre e fino a 1300/1400 metri di altitudine.
I pericoli rappresentati da questi minuscoli parassiti non vanno sottovalutati e sarà molto utile leggere il pieghevole informativo “Suggerimenti per la prevenzione e il trattamento delle punture delle zecche”.
1. Le malattie trasmesse dalle zecche
Le zecche del bosco sono parassiti che si nutrono di sangue umano e di sangue animale (cervi, bestiame soprattutto ovini, roditori, uccelli, ecc.). Generalmente la puntura della zecca non provoca direttamente danni alla salute dell’uomo, ma può essere pericolosa come veicolo di infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. Tra queste spiccano:
a) encefalite (TBE): dopo un periodo di incubazione che va dai 2 ai 28 giorni, la malattia si manifesta con sintomi simili all’influenza (febbre alta, malessere generale, stanchezza fisica, dolori articolari) che durano alcuni giorni e che spesso non vengono riconosciuti come specifici; dopo un certo miglioramento, le condizioni si aggravano (cefalea, vertigini, vomito) e viene colpito il cervello; può essere mortale nell’1-2% dei casi e può lasciare danni permanenti; non ci sono cure specifiche, per cui è essenziale la prevenzione;
b) malattia (o borelliosi) di Lyme: dopo alcuni giorni dalla puntura, la malattia si manifesta con una chiazza rossa sulla pelle che si va poi espandendo (detta eritema migrante); spesso non fa male né dà prurito ed in questa fase iniziale, la malattia è facilmente curabile con antibiotici; se invece non è riconosciuta e curata, può colpire gravemente le articolazioni, il cuore, il cervello, i nervi e nella fase tardiva è più difficile da curare.
2. La prevenzione
La prima prevenzione consiste nel cercare di non essere punti, adottando alcune precauzioni, e poi effettuando attenti controlli dopo le uscite in bosco. Nel dettaglio:
a) vestiario: è opportuno vestirsi sempre con abiti che coprono bene tutto il corpo (pantaloni lunghi, maglie a maniche lunghe), ben chiusi alle caviglie, ai polsi ed al collo, e di colore chiaro, per facilitare l’individuazione delle zecche;
b) repellenti cutanei: sono disponibili in farmacia dei repellenti che possono essere d’aiuto per tenere lontane le zecche, da utilizzare sia sulle parti scoperte del corpo, ma anche sulle scarpe e sulla parte bassa dei vestiti;
c) evitare l’erba alta: non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta ed evitare anche di toccare l’erba lungo i margini dei sentieri; evitare in particolare le zone erbose ed umide, in quanto le zecche amano l’umidità e sopravvivono nell’acqua, ma non sui terreni aridi;
d) controlli al rientro: al rientro, effettuare un attento esame visivo e tattile sugli indumenti, che vanno spazzolati prima di essere portati in casa, e poi su tutto il corpo, magari con l’aiuto di un’altra persona, per rimuovere le zecche eventualmente presenti.
3. Cosa fare in caso di puntura. La rimozione della zecca
In caso di puntura, è necessario togliere la zecca appena possibile, in quanto la probabilità di trasmissione di malattie aumenta se la zecca resta attaccata a lungo. La rimozione della zecca si effettua con le seguenti modalità:
– utilizzare guanti protettivi e non toccare mai la zecca con le mani;
– non applicare sulla zecca calore o altre sostanze (alcol, acetone, trielina, ammoniaca, olio, grassi);
– afferrare la zecca con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e procedere alla rimozione tirando dolcemente, con un leggero movimento di rotazione;
– durante la rimozione, non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di malattie;
– se rimane nella pelle qualche frammento della zecca, va estratto usando un ago di siringa sterile;
– disinfettare la pelle prima e dopo la rimozione della zecca con un prodotto che non colori la pelle (potrebbe mascherare eventuali segni e macchie tipiche di alcune infezioni);
– distruggere la zecca, possibilmente bruciandola;
– applicare per un paio di giorni una crema a base di tetracicline (es.: aureomicina).
4. La vaccinazione contro l’encefalite
Esiste un vaccino contro l’encefalite, che viene utilizzato attualmente dalla Provincia di Trento per il personale forestale. La vaccinazione potrebbe essere utile per i soggetti che vengono spesso punti dalle zecche, probabilmente perché si trovano in possesso di caratteristiche fisiologiche gradite a questo parassita. La vaccinazione comporta un ciclo base di tre dosi: una all’inizio e due richiami, il primo dopo 3 mesi ed il secondo dopo 12 mesi. I richiami vanno poi ripetuti ogni 3/5 anni, a seconda dell’età (dopo i 60 anni si abbrevia l’intervallo dei richiami). La vaccinazione non presenta particolari controindicazioni e/o effetti collaterali, ma la sua opportunità va eventualmente valutata dal medico di base.