Il complesso nuragico di Seleni si sviluppa nell’omonimo bosco, sovrastante l’abitato di Lanusei a 978 metri di altitudine, in una cornice ambientale caratterizzata da una fitta copertura di lecci, roveri, castagni e pioppi. Il notevole interesse archeologico è dato dalla non comune concentrazione di strutture di difesa e controllo del territorio, di strutture civili, di monumenti eretti in funzione di memoria e celebrazione dei defunti e di culto. Tale ricchezza, unita al prezioso ambiente naturale, giustifica la denominazione di “Parco Archeologico”.
Il sito, nella sua parte attualmente visitabile, è formato da due tombe dei giganti e da un villaggio nuragico che comprende i resti di un nuraghe complesso e alcune capanne.
Ma l’area del Seleni conserva anche i resti di edifici dedicati al culto (3 pozzi sacri) e un’area abitativa di circa 200 capanne che non è ancora stata interessata da scavi. Non è azzardato ipotizzare che la piana del Seleni e le sue immediate adiacenze – come la zona denominata Perd’e Froris, in cui sono state rinvenute fornaci per la fusione dei metalli – fossero interamente abitate, e che l’insediamento fosse di grande importanza per l’intera zona. Lo confermano i ritrovamenti di oggetti provenienti dal vicino Oriente, testimonianza di contatti con culture lontane, e la longevità del sito, la cui durata va dal Bronzo Medio (XV sec. a. C.) fino all’età del Ferro (VI sec. a. C.)